Secondo l’enciclopedia Treccani, l’augurio è un auspicio o un presagio, quindi qualcosa che riguarda il futuro.
Ma soprattutto, chi formula un augurio, desidera che accada qualcosa.
Chi rappresenta altri, ed esprime auguri soltanto esaltando presunti risultati passati, commette un imperdonabile atto di mistificazione della realtà.
Chi rappresenta altri, ed esprime un emotivo auspicio che accada qualcosa di positivo, affidandosi a circostanze favorevoli o al fato, senza assumere iniziative concrete affinché si realizzi la realtà auspicata, commette un imperdonabile atto di inadeguatezza del ruolo.
Sentiamo spesso, ad esempio, parlare di unità della categoria, quale panacea di tutti i mali, o quale presupposto per rinvigorire l’azione sindacale.
Ma bisogna creare le condizioni affinché ciò accada; bisogna avere comportamenti inclusivi, senza discriminare chi non la pensa in modo “allineato”.
Ci vengono in mente le parole di Papa Bergoglio, che dice che la relazione si può anche piegare, ma non bisogna spezzarla, come avviene sempre più spesso, magari scientemente, proprio per evitarla, la relazione.
Bisogna intercettare, capire ed interpretare i desideri dei colleghi.
Gli Agenti desiderano un potente alleggerimento burocratico della propria attività, una valorizzazione del proprio ruolo, quanto meno proporzionale alle responsabilità che si assumono, un contratto con i Dipendenti che crei il giusto equilibrio di interessi economici e professionali, il rinnovo di un Accordo con le Imprese, che tuteli e, al tempo stesso, recepisca i cambiamenti avvenuti, disegnando la realtà futura del sistema assicurativo.
Il solo augurarsi che ciò accada, è propaganda che funziona magari a livello emotivo, ma assolutamente inefficace sul piano pratico.
Lavorare affinché ciò accada è, invece, una seria, concreta ed efficace attività di rappresentanza sindacale.
Auguriamoci, quindi, di lavorare a questi desideri, per trasformarli in obiettivi.
BUON NATALE e BUON 2025 da UNI Agenti